La diocesi di Saluzzo dopo la morte del vescovo Ancina rimase vacante per circa quattro anni.
Ottavio Viale, uomo di elevata cultura religiosa e civile, era laureato in utroque iure. Canonico prevosto della cattedrale di Torino e vicario generale dell’arcivescovo, fu nominato vescovo di Saluzzo dal papa Paolo V l’8 settembre 1608 e fece il suo solenne ingresso in diocesi la domenica del 21 dicembre.
Il suo ministero episcopale fu caratterizzato dalla prudenza e dalla saggezza; tenace difensore della disciplina ecclesiastica, riscosse unanimi consensi anche presso l’autorità civile.
Nell’anno successivo diede inizio alla visita pastorale, della quale si ha una relazione in merito alla situazione relgiosa-morale-sociale della diocesi.
È interessante rilevare come nelle molteplici relazioni redatte da parroci e rettori di chiese, la maggior parte di essi ripetano al vescovo che nella loro parrocchia: “nullos esse hereticos aut criminosos, … ma che tuttavia non tutti i fedeli soddisfano il precetto pasquale”.
Sembra che l’eresia ugonotta si fosse allentata anche a seguito dell’editto del 1602 emanato dal duca Carlo Emanuele I. Tale decreto anche se riguardava alcuni specifici luoghi, venne esteso a tutto il Marchesato.
Nell’anno 1609, avendo gli eretici di Val Luserna distrutta la cappella di San Chiaffredo a Crissolo, mons. Viale ne prese a cuore la ricostruzione, riconsacrandola nuovamente il 4 agosto dello stesso anno (data che si può rilevare scolpita sull’acquasantiera).
Il vescovo cercò di avere particolare cura per il seminario, impegnandosi a trovare i mezzi finanziari per il suo buon funzionamento.
Al fine di perseguire un maggior profitto nella vita religiosa di tutti i diocesani, celebrò tre sinodi (1610, 1616, 1624).
Nel primo vi fu la partecipazione di 122 sacerdoti e si tenne dal 9 al 10 novembre; fra le varie proposizioni fu decretata una tassa sui benefici della diocesi per un costituendo fondo “pro seminario”.
Il secondo sinodo si tenne il 1° ottobre 1616 e vide la partecipazione di 109 sacerdoti; nuovamente fu affrontato l’argomento del seminario, per il quale numerosi sacerdoti si resero disponibili per un contributo finanziario.
Il terzo e ultimo sinodo, 26 e 27 giugno1624, trattò ancora dell’ente seminario e dell’immunità del clero. L’ultimo sinodo intervenne energicamente nei confronti dell’abbazia di Villar S. Costanzo e delle parrocchie da essa dipendenti; così fu pure deliberata una decisa azione per la tutela dell’immunità ecclesiastica e in particolar modo, per l’esenzione dal diritto di macina, richiesto per rendere meno pesante l’approvvigionamento dei conventi e delle case religiose. Una solenne processione per le vie della città concluse il sinodo.
Tra le iniziative del vescovo vi fu la consacrazione della chiesa di Stroppo nel 1612.
L’anno 1613 il vescovo intraprese nuovamente la visita pastorale cominciando dalla Val Po. In questa visita ebbe modo di verificare i vari settori della vita spirituale delle parrocchie. Per la prima volta fu redatto l’elenco di tutti i cresimati e il parroco, dinanzi al vescovo, sottoscrisse le risposte date alle diverse domande che gli erano state formulate.
Nel 1619 istituì il processo canonico diocesano sulla eroicità delle virtù del vescovo Giovanni Giovenale Ancina, conclusosi nel 1622, per passare poi nel 1624, il 28 settembre, alla Congregazione dei Riti.
Da un documento dell’archivio capitolare si viene a conoscenza dei vari ordini religiosi presenti in città in quel periodo: padri Conventuali di San Bernardino, padri Cappuccini, padri Agostiniani, le monache di S.ta Maria, le monache dell’Annunziata, le monache di S.ta Chiara.
Mons. Viale morì il 17 settembre 1624 e venne sepolto nella cattedrale.