Convento di San Bernardino

Cenni storici

L’edificazione del complesso, voluto dal marchese Ludovico I, risale al 1471 ed il complesso divenne sede dei Francescani introdotti a Saluzzo dal marchese nel 1465. Il convento, incendiato nel 1529, fu fatto riedificare da Margherita di Foix, moglie di Ludovico Il e protettrice dell’ordine. Nel XVII secolo furono aggiunte alla chiesa le cappelle laterali, secondo le disposizioni liturgiche della Controriforma, e nel XVIII secolo l’edificio subì una radicale trasformazione.

Esterno

Dell’originaria costruzione in stile gotico lombardo si possono ammirare all’esterno la parete settentrionale e l’abside. La facciata, restaurata nel 1765, è molto semplice con portale e rosone centrale, oggi ricoperta da intonaco molto degradato che presenta ancora alcune tracce dell’antica decorazione pittorica che doveva contenere S. Francesco che riceve le stigmate, la Vergine con S. Bonaventura ed il Venerabile Scoto, S. Bernardino e S. Giovanni da Capistrano, commissionati da Carlo Tommaso Saluzzo di Castellar e Paesana. A sinistra del presbiterio si accede alla torre campanaria, riedificata nel 1843 con sostituzione della cuspide conica con copertura a padiglione, mentre a destra si entra direttamente nella struttura del convento.Passando per un portoncino alla sinistra della facciata si può ammirare il chiostro con al centro una fontana attualmente trasformata in pozzo coperto da un padiglione a colonne a pianta ottagonale.

Interno

La chiesa è costituita da una navata principale, coperta da volta a botte lunettata, su cui si affacciano sei cappelle laterali voltate; la zona del presbiterio è coperta da una cupola ellittica e affiancata da un corpo poligonale che presenta ancora tracce dell’originaria struttura.
L’interno venne ristrutturato nel 1753-1755 su disegno del padre domenicano Pio Poncino da Lugano: il soffitto ligneo fu sostituito, dopo aver sopraelevato le pareti laterali e di facciata, ed i pittori Gian Domenico Rosso da Busca e Pietro Antonio Pozzo dipinsero la nuova volta in muratura con finte architetture di colonne archi, balconate, logge e finestre.
I due grandi affreschi che spiccano all’interno di essa rappresentano la Gloria di S. Bernardino e S. Margherita da Cortona e sono opera del pittore Pietro Paolo Operti di Bra (1704-1793).

Sull’arco trionfale nel 1845 i fratelli Gauteri affrescarono la Missione dell’Ordine Francescano; anteriore è l’affresco del coro raffigurante la Gloria di S. Bernardino da Siena e di San Giovanni da Capistrailo del pittore Felice Rejnaudi di Verzuolo. La prima cappella di destra [1] detta dell’Epifania presenta, incorniciata da stucchi, una tela raffigurante l’Adorazione dei Magi, mentre sulle pareti laterali sono ospitati lapidi e busti del giureconsulto Giovanni Giacomo Piscina e del vescovo saluzzese Carlo Piscina. La seconda cappella di destra è dedicata a S. Antonio da Padova [2] e presenta, entro una splendida cornice dorata, una pala di scuola saviglianese del XVII secolo che raffigura S. Antonio che accoglie nelle sue braccia il Bambino. Nella navata sinistra troviamo poi la cappella della Santa Croce [3] che contiene le tombe di alcuni esponenti della famiglia Isasca-Alfieri: sulla mensa d’altare era presente una tela datata 1625 del pittore Antonio Molineri raffigurante S. Francesco in adorazione del Crocefisso, ora conservata nel convento. Attualmente al suo posto si trova una tela di Rodolfo Morgari, firmata e datata 1862, che rappresenta S. Pier Battista e i ventidue Francescani Martirizzati in Giappone nel 1592. Segue la cappella della Beata Vergine del Carmine [4], una delle più antiche dell’edificio e commissionata dal maggiordomo di Ludovico I, Pietro dei signori di Costigliole. La penultima cappella [5] ospita i monumenti e le epigrafi funebri dei conti Saluzzo di Valgrana (Monesiglio).