Chiesa di San Bernardo
Cenni storici
Le origini della chiesa sembrano risalire agli inizi del XIV secolo, quando venne eretta come semplice cappella entro la prima cerchia di mura del Borgo Superiore della città e collegata alla chiesa di S. Martino posta al di fuori della cinta fortificata. Nel 1583 si insediarono nell’annesso convento i Francescani i quali dal 1588 intrapresero notevoli lavori di ristrutturazione finanziati con il lascito testamentario del nobile Francesco della Torre, conte di Luserna.
Esterno
La facciata in mattoni è scandita da due lesene che individuano la navata centrale e da una cornice marcapiano che ne ripartisce orizzontalmente l’altezza e sulla quale si imposta nella parte centrale una muratura culminante con un semiarco su cui è posta una croce raggiata in ferro che presenta lo stemma dei francescani. bernardo1.jpgDegno di nota è il campanile, addossato al fianco sinistro del presbiterio, risalente al 1413: ha una struttura a pianta quadrata e due coppie di monofore sovrapposte su ciascun lato. Il tetto della cuspide è rivestito da una singolare copertura a scandole di terracotta smaltata riferibile all’ultimo decennio del XVI secolo e probabilmente promosso dall’insediamento dei Francescani del 1588.
Interno
L’interno della chiesa, ricco di marmi, stucchi e decorazioni, è a tre navate. La volta della navata centrale è stata dipinta dai fratelli Gauteri a metà del XIX secolo. A partire dalla navata sinistra si possono notare: l’altare della Natività [1], databile al 1675. La volta è affrescata con figure geometriche mentre la tela del retablo, racchiusa da una cornice in legno dorato, raffigura la Madonna con il Bambino insieme a S. Lucia e S. Antonio Abate. La mensa d’altare presenta un paliotto policromo in scagliola di primo settecento.
Altare di S. Filippo Neri [2]: la pala, riproducente la Madonna con S. Filippo Neri e S. Anna reca la data 1851 e la firma P. Bollea. Le decorazioni della volta invece sono probabilmente di Francesco Gauteri (1850). Lo splendido paliotto in scagliola, con al centro l’immagine dell’Immacolata Concezione, è coevo al precedente.
Cappella di S. Bonaventura [3]: l’altare presente è di notevole interesse per la sua struttura lignea dorata caratterizzata da figure scolpite ed intagliate con motivi decorativi che ricordano la cultura tardo lombarda in ambito piemontese. La tela raffigura S. Bonaventura malato nell’atto di ricevere la comunione da un angelo. Il paliotto con la figura del santo è datato 1719.
Cappella dell’Immacolata Concezione [4]. Edificata nel 1702 ed ornata di stucchi e pitture per volere della committenza, la famiglia Ceva, è un pregevole esempio di ornato rococò inserito nella cornice secentesca delle colonne tortili. Il tiburio ottagonale che offre un grandissimo slancio e un senso di vertiginosa ascesa è decorato da pitture che rappresentano la discesa dello Spirito Santo. Nelle pareti a lato si aprono quattro nicchie che ospitano altrettante statue di re rinascimentali tra cui Luigi IX, re di Francia. La tela dell’alzata rappresenta l’Immacolata Concezione. L’altare maggiore [5] fu eretto nel 1726 dai conti Della Torre. Ai lati dell’altare maggiore sono presenti due monumenti funebri ritratti a grandezza naturale: uno del conte Francesco Vincenzo Della Torre, l’altro del figlio primogenito Annibale e della Moglie Eleonora.
Proseguendo nella navata di destra si incontrano la cappella di S. Giuseppe da Copertino [6] poi dedicata a S. Giobbe ceduta nel 1829 dalla contessa Celestina di Saluzzo di Monterosso alla società dei filatoisti, cui segue l’altare della Sacra Famiglia [7] della famiglia Aliberti di Saluzzo. Le pareti e la volta sono decorate da affreschi datati, secondo un’iscrizione, al 1875. Il successivo altare della Maria Vergine Addolorata [8] reca nel retablo una tela raffigurante la Crocifissione di Cristo, la Vergine dei Sette Dolori e le anime del Purgatorio, fiancheggiata da due statue dall’espressione sofferente. La cappella di S. Antonio da Padova [9] è del 1588: le vele della volta presentano stucchi con motivi a racemi, mentre i dipinti murali e la tela della pala d’altare derivano dai caratteri della pittura del Molineri e del Claret. Il paliotto in marmo riprende l’icona del santo. Infine l’altare della Madonna della Cintola [10]: la tela della pala raffigura la Madonna della Cintola con S. Anna, S. Biagio, S. Carlo Borromeo, S. Francesco, S. Agata, S. Sisto V e i Martiri della Legione Tebea e risale all’inizio del XVII secolo. Il tabernacolo, in legno intagliato, è del 1764.