Don Franco Ribotta era nato nella parrocchia di Envie il 18 febbraio 1948 da una numerosa famiglia con solide radici cristiane. Il suo desiderio di farsi sacerdote maturò, insieme a quello di tanti altri ragazzi, alla scuola di don Angelo Bosio, per tanti anni parroco di questa comunità. Dopo gli studi nel Seminario diocesano, venne ordinato sacerdote da mons, Antonio Fustella il 13 agosto 1972. In quel medesimo anno (1 settembre 1972) fu inviato vice-parroco a Santa Maria di Paesana condividendo le fatiche pastorali con l’allora parroco don Arturo Zali.
Nel 1975 venne trasferito a Bagnolo. Vicecurato di don Biagio Giraudo, collaborando con lui soprattutto nella cura dei ragazzi e dei giovani. Memorabili gli esercizi spirituali predicati ai giovani di Bagnolo nel periodo estivo. Contemporaneamente nel 1977 venne nominato parroco di Famolasco, pur continuando a risiedere a Bagnolo. In quelle parrocchie rimase fino al 1993 preparando l’ingresso del nuovo parroco don Aldo Mainero. Il 1 luglio 1993 fu nominato parroco di Villanovetta in Verzuolo e dal 1998 delegato diocesano per la pastorale familiare. In seguito alla morte di don Rocco Fenoglio, divenne parroco di San Giovanni Battista in Piasco il 27 gennaio 2011. Nel 2018 ritornò ad Envie come parroco, anche se, il declinare della salute lo costrinse, a poco a poco, a rinunciare all’incarico, pur rimanendo in parrocchia come collaboratore.
La sua vita è stata segnata da problemi di salute anche gravi, come la leucemia ed il morbo di Parkinson, affrontati con determinazione e coraggio senza perdersi d’animo e confidando sempre nell’aiuto di Dio. Negli anni di Bagnolo, Villanovetta e Piasco, don Franco si prodigò per i ragazzi e i giovani offrendo loro momenti di svago e di riflessione con le proposte dell’estate ragazzi, dei campi scuola in montagna e con la cura costante della loro formazione. Consapevole che i ragazzi hanno bisogno di spazi aggregativi, sostenne gli oratori di quelle comunità con luoghi di divertimento. Uomo di preghiera e di fede, sacerdote zelante, sapeva farsi apprezzare per la serietà della dottrina annunciata, attingendo, quando necessario, alla chiarezza espositiva del magistero della Chiesa. Dotato di una bella voce baritonale, se ne serviva per rendere solenni le celebrazioni liturgiche sempre accurate e ben preparate. Per questo scopo curò sempre, in tutte le comunità, il bel canto per dare splendore alla Liturgia. In questi ultimi anni, il morbo di Parkinson lo aveva reso progressivamente meno autonomo e più lento, senza però spegnere in lui la fiamma ed il desiderio dell’annuncio del Vangelo. Sostenuto dalla gente di Envie continuava a celebrare, anche da seduto, pur di poter essere di aiuto alle tante esigenze pastorali della comunità.
Nella notte del 3 novembre, don Franco ha chiuso gli occhi su questo magnifico e tremendo palcoscenico che è la vita terrena, per aprirli definitivamente nello splendore del Paradiso nella contemplazione del Signore Risorto a cui aveva donato la sua vita e nel quale aveva riposto ogni sua speranza. Lo affidiamo alla misericordia di Dio e a lui chiediamo di intercedere presso il Signore, per il dono di vocazioni alla nostra Chiesa diocesana.