Decine di biciclette ammassate e persone in attesa: chi di un pasto, chi di una coperta per trascorrere l’ennesima notte all’aperto, con sistemazioni di fortuna. Altri sono appena arrivati e depositano il proprio bagaglio o ritirano qualche vestito alla Boutique du Monde, perché per chi non ha casa, il magazzino di corso Piemonte è diventato punto di riferimento.
È un venerdì qualunque alla Caritas dove, intorno all’ora di cena, molti dei braccianti agricoli impegnati nelle campagne saluzzesi, al termine di una giornata di lavoro nei campi, si ritrovano per un pasto, uno scambio di battute con i connazionali, con i volontari alla ricerca di scampoli di umanità. Alcuni un lavoro devono ancora trovarlo e per questo si affacciano allo sportello informativo che offre anche orientamento lavorativo.
Sono quasi tutti africani e senza dimora. Non accettano di farsi fotografare, perché non è proprio questa la condizione che avrebbero immaginato di trovare, venendo nel distretto frutticolo ai piedi del Monviso. «Un rito che si ripete ogni anno» commenta Carlo Rubiolo, direttore della Caritas diocesana dove ogni giorno i volontari si adoperano per cercare di soddisfare i bisogni di chi bussa alla Casa di prima accoglienza in corso Piemonte. «La situazione raggiunge ogni anno “livelli di guardia”.
L’ora in cui viene servita la cena è quella in cui si registra il massimo afflusso». Sono circa 150 i pasti che vengono mediamente serviti a cena, in questo momento, un numero molto alto rispetto alle disponibilità della Caritas. Come spiega Rubiolo: «Ci troviamo in una situazione di emergenza in cui le risorse cominciano a scarseggiare. Queste condizioni ci vedono costretti a ridurre la composizione del menù, passando da un pasto completo di primo, secondo con contorno e frutta ad un piatto unico».
Dai primi di luglio, la mensa della Caritas è entrata nella rete del banco alimentare che, grazie al cibo raccolto e donato alle strutture caritative, consente di mantenere attivo il servizio di distribuzione dei pasti alle persone bisognose. «Per far fronte all’incremento di richieste, abbiamo chiesto e ottenuto di far rientrare anche la mensa come destinataria degli alimenti del banco alimentare» afferma Rubiolo, ricordando le persone che dormono ancora all’addiaccio: «Il fenomeno interessa il Parco Gullino, qualche parcheggio sotterraneo e portico condominiale.
Secondo i nostri operatori che effettuano regolarmente sopralluoghi per distribuire coperte e generi di conforto, sono circa 30/40 le persone che dormono fuori». Le accoglienze diffuse attualmente aperte sono Lagnasco, Costigliole, Scarnafigi e Cuneo che offrono 146 posti sul totale dei 236 allestiti dai Comuni che hanno aderito al protocollo della Prefettura. Alla Casa di prima accoglienza della Caritas in corso Piemonte i posti sono tutti occupati e c’è già una lunga lista di attesa: «La Casa è normalmente destinata ai senza dimora del nostro territorio – spiega Rubiolo –. In estate questa esigenza viene meno e i posti liberi vengono destinati ad ospitare anche i migranti stagionali impiegati in agricoltura; molti sono in attesa di entrarvi. Questo perché la permanenza è limitata a 30 giorni, per favorire il ricambio e dare ospitalità al maggior numero possibile di persone».
Discorso diverso per casa Madre Teresa che è riservata a soggetti in condizioni di particolare vulnerabilità sociale, sanitaria, legale e lavorativo-sindacale, individuati dall’équipe Caritas.
LETTERA DEGLI OPERATORI CARITAS
Un appello alla pronta attivazione dell’accoglienza e alla sua estensione ai comuni del distretto frutticolo che ancora non ne fanno parte.
È contenuto in una lettera, inviata al Prefetto e ai Sindaci, dagli operatori sanitari volontari (infermieri, medici, odontoiatri) che operano nell’ambulatorio dedicato ai lavoratori agricoli stagionali. Rimarrà aperto fino a novembre con due sedute settimanali. L’attività proseguirà su prenotazione nei mesi invernali quando il volume di richieste sarà calato. Il servizio è reso possibile grazie ad una convenzione stipulata tra Caritas Saluzzo, Fondazione San Martino e Asl Cn1.
A preoccupare gli operatori è la costante affluenza di persone che continuano a dormire in strada, peggiorando il proprio stato di salute. “A poco giovano i farmaci in un paziente con bronchite, dolori reumatici o ascesso dentario, che dorme all’aperto e alle 7 inizia la giornata lavorativa” e proseguono con la richiesta di una riapertura, il più presto possibile, delle strutture di accoglienza allestite dai Comuni. «Le accoglienze stanno riaprendo, gradualmente, in ragione del numero di richieste. Gli accessi degli stagionali alle strutture sono gestiti dal personale, al momento due persone, di cooperativa Armonia – spiega il sindaco Mauro Calderoni -. Il comune di Saluzzo sta facendo tutti gli sforzi possibili per gestire un fenomeno che ha una portata sovracomunale». Dopo Lagnasco, Scarnafigi, Costigliole, Cuneo, la prossima settimana riaprono le strutture di Verzuolo e Savigliano. Entro Entro fine mese anche la casa del cimitero di Saluzzo.