Le nostre parrocchie sono ambienti interessanti. Visti da fuori, credo possano suscitare una certa curiosità: si accendono improvvisamente di attività e poi si svuotano a seconda dei momenti. Se questo è comprensibile e fisiologico, ci sono alcune osservazioni che ogni tanto è sano ricevere. Iniziare alla fede non è come andare a scuola Da anni si ripete questo ritornello: smarcare la catechesi dal modello scolastico. Aule, quaderni, libri, orari, registro, persino esami, nasce così la scuola della dottrina. È sempre utile smarcarsi dalla retorica, perché la scuola è un ambiente bello, dove si approfondiscono le cose e i percorsi sono proposti con serietà. Ma un po’ di ore di scuola non possono iniziare alla fede, che richiede invece un ambiente vitale, esperienze, parole profonde e soprattutto in reale incontro con il divino. Eppur siam sempre lì Lo diciamo da anni, ma l’anno di catechismo inizia con l’anno scolastico, si interrompe con le vacanze di Natale e Pasqua, finisce prima di giugno. La controprova è venuta con i tempi un po’ assurdi delle chiusure della pandemia: si fermava la scuola, si fermava anche il catechismo. Il dato più sorprendente è il modo in cui si vive il tempo estivo in parrocchia. Mille sono le attività, tante le iniziative, ma con quale legame con l’iniziazione alla fede? L’estate ragazzi e i campi scuola sono pensati in relazione al cammino proposto durante l’anno? Alcune proposte a cui pensare per tempo E così ecco la proposta: perché non irrorare di annuncio tutte le attività? È bello che ci siano le iniziative citate più tipiche dell’estate, ma perché i catechisti non potrebbero tentare di curare di più il legame con il catechismo dell’anno? Si potrebbe offrire l’aiuto agli animatori per pensare il tema di annuncio durante l’estate ragazzi (se c’è!), la preghiera al mattino o al pomeriggio, senza che sia appaltata al don. Di solito i campi scuola sono pensati con cura, ma i catechisti non sono coinvolti. Perché non si vanno a trovare i ragazzi accompagnati durante l’anno? O perché chi ha vissuto i sacramenti come la Confessione, la Comunione e la Cresima non è aiutato a rileggere quanto ha ricevuto? Si inventano tante preghiere, ma perché non rivivere ad esempio i ricchi riti della Settimana Santa con piccole liturgie semplificate che da esse prendono spunto? Chi può iniziare alla fede? In realtà, è proprio l’estate, con i suoi tempi liberi e più distesi a dare l’occasione di passare più tempo insieme ai ragazzi e bambini, ascoltandoli, aiutandoli a rileggere cristianamente quanto accade, magari cogliendo l’occasione per fare esperienze concrete – esplicitamente non scolastiche – di vita cristiana. La fede non va in vacanza, ma sa dare alla vacanza la sua anima più viva.
Don Marco Gallo