Dalla maternità di Maria alla maternità della Chiesa
Il parto della donna-chiesa avviene in un contesto drammatico, di opposizione terribile delle forze del male. Essa dovrà combattere e sarà anche perseguitata, fino alla prospettiva del martirio. Da dove prenderà esempio e forza? Anche da Maria, la madre di Gesù, «donna» come lei, che sta presso la croce. Infatti Maria, una volta proclamata «donna» e accolta come tale dalla comunità di Giovanni (Gv 19,25-27), ispira alla chiesa un’autocomprensione profonda, sulla traccia di quello che è lei stessa. Se Maria equivale alla chiesa, la chiesa equivale a Maria: abbiamo qui il movimento inverso a quello descritto nel vangelo, dove il titolo di «donna» proietta Maria nella direzione della chiesa: – conoscendo Maria come “piena di grazia” (Lc 1,28), la chiesa, guardando a sé stessa, si auto-comprende «come rivestita di sole», ricolma della benevolenza di Dio. – pensando alla coscienza che Maria ha di una sua perennità in seguito alla bontà usata da Dio nei suoi riguardi («tutte le generazioni mi chiameranno beata»: Lc 1,40), la chiesa comprende che è anch’essa superiore al tempo e ha la luna sotto i suoi piedi – essendo stata Maria a contatto diretto coi dodici apostoli (cf At 1,14), anche la chiesa si sente illuminata dalla loro dottrina (cf. le dodici stelle) – avendo il dolore accompagnato la sua maternità (cf Lc 2,35: «costui è posto… come segno di contraddizione e una spada ti trafiggerà l’anima»), Maria permette alla chiesa di capire e accettare con coraggio la sofferenza estrema della maternità. – ma è soprattutto il tipo di maternità di Maria che si ritrova nella chiesa: Maria oltre ad essere la madre fisica di Gesù ha una maternità di ordine morale nei riguardi dei nuovi discepoli di Gesù. Essa favorisce in loro una maggiore presenza di Gesù. La sua attività nell’ambito del segno di Cana è al riguardo emblematica; la Chiesa portatrice di Cristo impara da Maria che anch’essa può dare alla luce Cristo contribuendo attivamente alla sua crescita e alla sua presenza nella storia. Concludendo, Maria in sintesi è madre di Gesù nel senso più ampio del termine: è madre fisica di Gesù, diventa madre morale favorendone la crescita nei discepoli. Così Maria è messa in contatto diretto con la chiesa-donna, della quale costituisce il simbolo ideale e nella quale potrà riconoscersi; la maternità della chiesa porta Cristo negli spazi della storia, prolunga la maternità di Maria e si salda con essa.
Don Michelangelo Priotto