La Liturgia della Parola

L’analisi del momento della Celebrazione che si può indicare con “Liturgia della Parola” è divisa in due sezioni distinte: la prima più introduttiva, in cui cercheremo di comprendere che cosa si intende per Liturgia della Parola, come si devono leggere e come si devono ascoltare le letture bibliche e la seconda in cui ci soffermeremo sul momento “Liturgia della Parola” inteso nella sua interezza e complessità. I fedeli sono seduti Si chiama Liturgia della Parola la selezione di letture bibliche che sono previste dalla Celebrazione. È una delle due parti strutturali della Messa e non la si deve assolutamente pensare inferiore alla liturgia eucaristica. Si può, infatti, affermare, senza il rischio di essere smentiti o corretti, che nella Messa avviene un doppio incontro con Cristo: nella parola e nel sacrificio. Cristo è realmente presente in entrambe le parti, se pure diverso è il “suo” modo di essere presente. Nella liturgia della Parola l’ascolto prevale sull’azione, o meglio, diventa azione. Tutti i fedeli devono stare attenti, visivamente e intellettualmente rivolti verso l’ambone, cioè la cattedra dalla quale Dio parla per bocca del lettore di turno. Un’abitudine assai diffusa nelle nostre chiese, è seguire le letture sul messalino o sul foglietto, mentre vengono proclamate dal lettore, ma questo è un modo di ascoltare innaturale, nonché scorretto. San Paolo dice, infatti, che la fede proviene dall’ascolto (Rom 10,17). Il messalino e il foglietto, quest’ultimo oggi reperibile anche on line, possono e devono servire ai lettori, a casa propria, per la preparazione delle letture e della “lettura”. Voglio sottolineare, e non me vogliano i tanti lettori delle nostre chiese, che quotidianamente svolgono questo compito così importante, che i fedeli hanno diritto che la parola di Dio sia letta e proclamata in maniera più che accettabile. Non c’è nulla di peggio che ascoltare lettori improvvisati, che non hanno dato neppure un’occhiata preliminare al testo e che cercano di leggere in modo espressivo parti delle Sacre Scritture, spesse volte di non facile esecuzione. Aggiungo anche che la lettura deve essere preparata e rivista sul Lezionario, perché quest’ultimo presenta una disposizione tipografica diversa dal foglietto. Il Lezionario è una specie di antologia biblica: è un volume liturgico che contiene le letture per le singole domeniche e feste e, siccome riporta la parola di Dio, merita più considerazione del Messale, il quale, seppur ragguardevole, contiene soltanto la parola della Chiesa. Il Messale è, infatti, il libro dal quale il sacerdote pronuncia le varie preghiere. Questi due libri liturgici (Lezionario e Messale) danno il senso del dialogo che si svolge durante la Celebrazione Eucaristica: Dio parla alla Chiesa per mezzo del Lezionario, mentre la Chiesa parla a Dio per mezzo del Messale. Altra grave scorrettezza, ahimè diffusa, è entrare in chiesa, o meglio giungere a Messa mentre si eseguono le letture. Uso la parola scorrettezza, perché una partecipazione così è monca, ovvero priva di un elemento essenziale, quale appunto il messaggio che Dio rivolge al suo popolo attraverso le Sacre Scritture. Al termine di questa riflessione, in cui abbiamo cercato di comprendere l’importanza delle Letture e del loro ascolto, mi è difficile poter affermare che chi, per negligenza, salta anche solo in parte la Liturgia della Parola, ha, ugualmente, adempiuto il precetto festivo. La prossima volta scenderemo nel dettaglio della “Liturgia della Parola” e delle sue varie parti.

 

Mons. Vescovo Cristiano Bodo