FARE IL BENE E CERCARE LA GIUSTIZIA
Questo il tema scelto dalle Chiese Cristiane del Minnesota (Usa) per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio).
È una invocazione tratta dal Libro del profeta Isaia, scelta da fedeli rappresentanti di Chiese Cristiane diverse, provenienti da esperienze personali e spirituali particolarmente significative: nativi americani, uomini e donne di colore vittime di discriminazione razziale, immigrati forzati o volontari.
Con la loro vita testimoniano così la disumanità di cui siamo capaci tutti noi, figli di un unico Dio, nei confronti gli uni degli altri, ma anche come, incarnando il dono
di Dio dell’unità, possiamo sradicare le divisioni e sperimentare la verità che tutti apparteniamo a Cristo.
Il nostro, come dice Papa Francesco, non è tanto un discorso da fare a parole, ma una testimonianza da mostrare coi fatti e “il distintivo cristiano, l’essenza della testimonianza è: amare tutti” (Papa Francesco in Bahrein, novembre 2022).
Non si può testimoniare davvero il Dio dell’amore, se non siamo uniti tra noi e ciò è possibile perché quanto ci unisce supera di gran lunga quanto ci divide e più
camminiamo nello Spirito, più saremo portati a desiderare e, con l’aiuto
di Dio, a ristabilire la piena unità tra noi. È essenziale in questo cammino “l’unità nella diversità e la testimonianza della vita… L’unità che cerchiamo… è nella differenza”.
Lo Spirito Santo, nella Pentecoste, “non conia un linguaggio identico per tutti, ma permette a ciascuno di parlare lingue altrui e fa in modo che ognuno senta la propria lingua parlata da altri…
Insomma, non ci richiude nell’uniformità, ma ci dispone ad accoglierci nelledifferenze.” Impariamo ad incontrarci gli uni gli altri come parte del corpo, a cui apparteniamo.
Il secondo elemento del cammino di comunione è la testimonianza di vita. Anche noi, come
i primi discepoli, possiamo irradiare i luoghi dove abitiamo, mostrando coi fatti che amiamo tutti e siamo persone di pace, “testimoniando comprensione e pazienza,
gioia e mitezza, benevolenza e spirito di dialogo”.
Dopo la pandemia, sperimentiamo una nuova tragica sfida: la guerra in Ucraina.
“L’annuncio del Vangelo della pace, che disarma i cuori prima ancora degli eserciti, sarà più credibile solo se annunciato da fratelli finalmente riconciliati in Gesù, Principe della Pace… Andare avanti, camminare insieme… nella preghiera, nelle opere di carità, nella ricerca
della verità” (Papa Francesco, maggio 2022), con la consapevolezza, come disse Papa Benedetto XVI, che l’ultima parola della storia del mondo sarà la comunione.
In Bahrein, Papa Francesco ha chiesto a tutti noi se viviamo l’ecumenismo come “il desiderio accorato di Gesù che diventiamo una cosa sola… Concretamente cosa faccio per quei fratelli e sorelle, che credono in Cristo e non sono dei “miei”? Li conosco, li cerco… cerco di capirne la storia e di apprezzarne la particolarità, senza ritenerle ostacoli insormontabili?”
Nei prossimi giorni, da parte nostra, una duplice risposta: sabato 4 febbraio alle ore 16,30 “Porte aperte a S. Nicola”: il parroco della Chiesa Ortodossa Rumena, Codrin Simota, riceverà quanti vorranno approfondire, in dialogo con lui, la conoscenza della Chiesa
Ortodossa. (Chiesa di San Nicola. Piazza San Nicola 2-Saluzzo)
Prima ancora, domenica 22 gennaio alle ore 17 nella Chiesa di S. Agostino, ci troveremo
per pregare insieme, guidati dal Vescovo Cristiano Bodo, dal Pastore Valdese Giuseppe Ficara e dal parroco ortodosso Codrin Simota.
Mariarosa Gullino (Incaricata per l’Ecumenismo e il Dialogo)