“Andate, dunque, e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19)
Nelle ultime parole di Gesù risorto prima di ascendere al cielo sono racchiuse le chiavi di lettura per intendere il senso della Chiesa in uscita: ovvero essere discepoli del Signore rivolti alla missione verso gli altri per far conoscere la bellezza del Vangelo.
La Chiesa in uscita riscopre che non può essere ripiegata su se stessa né vivere di atteggiamenti estemporanei senza una progettualità condivisa, oppure percorsi pastorali senza adeguate riflessioni su quale volto di Chiesa assumere. L’essere in uscita comprende due momenti della vita ecclesiale: convocati intorno ad una mensa ed inviati nel mondo. Ancora una volta è nella chiamata di Gesù ai primi discepoli che si scorgono le linee di interpretazione: “ne costituì dodici perché stessere con lui e per mandarli a predicare” (Mc 3,14). Stare con il Maestro per imparare da Lui, immergersi nella sua vita per essere mandati alle genti fino a confini della terra. Entrambe le azioni sono richieste da Gesù senza essere in competizione o escludenti; entrambe esprimono il volto della chiesa in modo complementare. Gesù paragona se stesso alla porta dell’ovile da cui entrano ed escono le pecore: “io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9). I movimenti del gregge sono voluti dal suo pastore, tanto il ritorno all’ovile quanto la ricerca in uscita per l’acqua ed i pascoli. Stare con Gesù indica la dinamica dell’ascolto della Parola, un incontro vero e intenso con il Maestro, la festa nei Sacramenti che nutrono la vita del discepolo. Il tempo della convocazione prepara il futuro uscire verso gli altri. Da questi semplici indizi biblici prendono forma alcune indicazioni per crescere insieme sull’essere una chiesa in uscita: pensare percorsi che permettano un ritrovarsi intorno al Maestro e Signore, riscoprire in Lui l’origine del nostro andare ed operare nel mondo, trovare in Lui la vera luce interiore. Essere a “lezione” da Gesù non rende la Chiesa chiusa e ripiegata su stessa, ma diventa la condizione per aprire ad altri l’incontro con il Signore. Nessuno slancio autoreferenziale, nessun movimento scollegato dalla sua origine. Al contrario un cantiere che si costruisce attorno ad un progetto concreto