Spunti e appunti per il Cammino Pastorale

Eucaristia memoria e ringraziamento…

di Monsignor Cristiano Bodo Vescovo

Spesso ci chiediamo perché esiste l’Eucaristia. La risposta è più semplice di ciò che si può pensare: l’Eucaristia esiste per la necessità di ricordare, ma soprattutto perché l’uomo non può dimenticare tutto ciò che è importante. Infatti anche la patria ha le sue memorie storiche. L’uomo vive di memorie e più queste memorie sono legate a un benefattore, la necessità del ricordo è ancora più urgente e pregnante. In tal caso viene chiamata riconoscenza o gratitudine e proprio da questa scaturisce il dovere del ringraziamento. Memoria e ringraziamento tendono, quindi, a identificarsi. Proprio perché Nostro Signore ha voluto che di sé restasse una memore gratitudine presso i posteri, ha istituito l’Eucaristia, parola che significa ringraziamento e le ha assegnato un’intenzione fondamentale e decisiva: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19; 1Cor 11,24-25). Ogni volta che l’uomo ringrazia e che porge il suo ringraziamento a qualcuno lo fa per un motivo ben preciso. Anche l’Eucaristia contiene al suo interno un ringraziamento, infatti si ringrazia Dio “per Cristo nostro Signore”. Questo “per” è ambivalente, perché può denotare tanto il mezzo (Cristo) per il quale il ringraziamento della Chiesa sale a Dio, quanto il motivo (ancora Cristo) della gratitudine. L’inizio di molti prefazi proclama sinteticamente questo fatto: ”È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo, a te, Signore Padre Santo, per Cristo nostro Signore”. Sarebbe riduttivo affermare che l’Eucaristia sia solo l’unione tra una memoria nostalgica e la psicologia. L’Eucaristia è una memoria reale, un memoriale come viene convenzionalmente chiamata, che rende presente l’atto ricordato: la morte e la risurrezione di Gesù. Il suo contenuto è dunque sacrificale, poiché egli si è immolato per i peccati di molti (Mt 26,27). Nell’Eucaristia si fa memoria di Cristo, morto e risorto e siccome morte e risurrezione sono due momenti del mistero pasquale, ne consegue che l’Eucaristia è il memoriale della Pasqua di Cristo. Riflettendo su questo aspetto, appare significativo che Gesù abbia istituito l’Eucaristia nel corso dell’Ultima Cena, consumata “prima della festa di Pasqua” (Gv 13,1), infatti alcune Preghiere eucaristiche riportano l’espressione “Il giorno prima della sua passione». Il contenuto dell’Eucaristia è il “Corpo dato” e il “Sangue versato”. La teologia parla per l’appunto di presenza reale di Cristo sotto forma di pane e di vino; si denotano, pertanto, due livelli quello della realtà e quello dell’immagine. La realtà è il Mistero Pasquale di Cristo (= sua morte e risurrezione). L’immagine è rappresentata dal linguaggio espressivo, di intonazione commensale. L’Eucaristia è, infatti, la Cena del Signore; il mistero della Croce sotto il segno della convivialità: si vede una mensa con tanto di tovaglia e alimenti essenziali e stilizzati (pane e vino), ma si vive la vicenda Pasquale del Cristo morto e risorto. Partecipando a questa cena – ricevendo cioè l’Eucaristia – si entra in comunione con Cristo e si attinge ai benefici di salvezza (Is 12,3) che questa contiene, essendo il suo sangue versato “per molti in remissione dei peccati” (Mt 26,28; cfr. Mc 10,45).