“Quei diciotto, sui quali rovinò la torre di Siloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo” (Lc 13, 4 – 5). I versetti evangelici citati appartengono alla pericope che proclameremo e ascolteremo la terza domenica di questa Quaresima 2022. Le parole pronunciate dal Maestro aiutano tutti, senza eccezione alcuna, a comprendere non soltanto quanto è accaduto, ma a scorgerne il significato profondo. Se Gesù fosse qui, in carne e ossa, molto probabilmente ripeterebbe le stesse parole pronunciate duemila anni fa: ritenete voi che tutte le persone che muoiono di fame, per malattia o guerra, che tutti quelli colpiti da calamità naturali e da disgrazie, che tutti coloro coinvolti in sorti di miseria e di povertà siano più colpevoli di altri? No, vi dico, non sono più colpevoli di altri! Anzi, tutti siamo sotto il peccato e tutti siamo condannati a una morte certa, se non accogliamo dentro di noi la salvezza che ci viene offerta gratuitamente, per mezzo della fede in Gesù e attraverso l’ascolto della Sua Parola che salva. Le disgrazie sono segni della nostra situazione umana, precaria e fragile; non sono mai mandate da Dio come punizione dei nostri misfatti, delle nostre infedeltà e dei nostri peccati. Le sofferenze non sono punizioni di Dio; esse rammentano che stiamo tutti camminando in un mondo fatto di provvisorietà e segnato dal peccato. Per questo è urgente la conversione: personale, comunitaria, globale. Le parole di Gesù sono forti e chiare; vogliono comunicare che non è opportuno procrastinare oltre l’adesione di fede alla Sua Parola; vogliono farci intendere che è questo il tempo per cambiare vita; vogliono sollecitare un cambiamento concreto, possibile, quotidiano, fatto di piccole scelte; vogliono svelarci il mistero della Pasqua, nella quale tutti siamo coinvolti: lasciarci convertire dalla Parola per passare con Gesù, dalla morte alla vita! Per questa prossima Pasqua 2022! Per ogni giorno della nostra vita! Ma Gesù, che sollecita con urgenza la conversione, di fronte al fico infruttuoso, mette sulla bocca del coltivatore una stupenda espressione: “lascialo ancora!” (Lc 13, 8). Perché Gesù lascia sempre aperto lo spiraglio della speranza e la porta della fede: Egli conosce la nostra debolezza e ha pietà delle miserie del suo popolo: Egli attende, ma noi non facciamoci attendere a lungo perché soltanto Lui è la nostra salvezza!

+ Cristiano, Vescovo