“Nasce per noi, nasce per me!”: il Natale secondo Monsignor Bodo
Le riflessioni del vescovo di Saluzzo. L’omelia di Monsignor Bodo in occasione dell’inaugurazione del Duomo restaurato di domenica 19 dicembre 2021
“Nasce per noi, nasce per me!”.
Così si apre la lettera di riflessione che Monsignor Cristiano Bodo, vescovo della Diocesi di Saluzzo, ha scritto ai suoi fedeli in vista del Santo Natale 2021.
Riflessioni che pubblichiamo integralmente.
“A grandi passi arriva il Natale 2021!
Tutti lo aspettano, per una somma di ragioni buone e soprattutto perché la festa reca con sé un irresistibile fascino che prende ogni dimensione dell’essere umano; per un giorno all’anno tutti vorrebbero essere più buoni e in pace.
Ma il Natale non è solo questo.
Natale è la festa del Dio veniente, che si fa carne, che si fa uomo! Dio si fa Bambino per noi; Dio viene per noi, per me, allo stesso modo con cui consegnerà la sua carne, volontariamente e per amore, alla Croce, per noi, per me!
Questo mistero, incommensurabile e incomprensibile è il cuore del Natale cristiano; Dio, che viene e che rimane con noi sempre, è la ragione unica del nostro gaudio e della nostra festa.
Per questo, in occasione di questo Natale ancora segnato dalla pandemia, rivolgo a tutti l’accorato appello di venire, di ritornare alla Messa domenicale, segno e luogo della presenza di Dio tra noi, culla di Betlemme ove incontrare Gesù che viene e che si offre: nella culla, come sulla croce, come sull’altare, come nella parola!
Ritorniamo, convinti, alla Messa perché soltanto da questa fonte attingiamo vigore per vivere e per amare. Se comprendessimo solo una minima parte dell’amore divino che ci attende, non esiteremmo a lasciare ogni cosa per anteporre l’appuntamento con Lui, che ci convoca, fratelli, al suo banchetto, per nutrirci di gioia, di pace, di luce!
Siamo ancora in tempo di pandemia; occorre sempre applicare con rigore tutte le misure necessarie ad evitare i contagi, ma non tralasciate di accorre in chiesa, dove Gesù ci attende. Ve l’assicuro, né sono certo!
Così sarà Natale!
Cristiano Vostro Vescovo”
“PIETRE VIVE”: L’OMELIA DI DOMENICA, IN OCCASIONE DELL’INUAGURAZIONE DEL DUOMO RESTAURATO
“Carissimi, siamo qui raccolti perché vogliamo ringraziare il Signore.
Lo ringraziamo per noi, per la nostra città e per la nostra diocesi. L’Onnipotente ha compiuto e compie grandi cose! Come nel Magnificat, che abbiamo ascoltato, Maria esulta di gaudio ed esalta la bontà e la grandezza di Dio, così anche noi, questa sera, esultiamo di gaudio ed esaltiamo la magnificenza dell’amore, che Dio riversa su noi. Noi siamo suoi! Siamo suoi figli, chiamati a partecipare alla mensa che Egli stesso prepara per noi.
I nostri antenati, coniugando sapientemente fede e cultura, hanno realizzato inestimabili capolavori, che ancor oggi custodiamo, conserviamo e ammiriamo. Uno di questi monumenti, di arte e di fede, è la nostra Cattedrale, che oggi viene riconsegnata a noi rivestita di luce e di rinnovato splendore!
Qualche anno fa abbiamo aperto contemporaneamente due cantieri: il restauro della Cattedrale perché, lavata dalla polvere del tempo, rifulgesse nuovamente; il cammino pastorale delle nostre comunità perché, rivisitato, si adattasse meglio all’oggi.
La singolare coincidenza non è stata un casuale espediente, ma un’intenzionale e singolare opportunità, individuata e proposta per trasmettere all’uomo contemporaneo, e in particolar modo ai giovani, in modo adeguato ed efficace, i contenuti essenziali dell’identità cristiana.
L’impegno della conversione e del rinnovamento riguarda principalmente noi, tempio di pietre vive, tutta la comunità diocesana, ogni fraternità pastorale, ogni parrocchia, ogni famiglia, chiesa domestica!
E se il restauro straordinario della Cattedrale può essere considerato ultimato, non così dobbiamo stimare quello inerente le nostre comunità, sempre e ovunque in tensione verso la luce della santità!
Il nostro duomo restaurato ora abbisogna di ordinaria manutenzione, operazione non da poco, anzi, essa è cura paziente, sguardo che si posa sui dettagli: con amore! Perché nulla si mantiene “pulito” se non ciò che è oggetto di custodia e di premurosa cura. Carissimi, ciascuno di noi, pietra viva dell’edificio spirituale che è la Chiesa, è ancor più prezioso di questa luminosa Cattedrale!
Noi siamo santi perché amati e abitati da Dio; lo Spirito che ci unisce provvede continuamente al nostro restauro, ma chiede con insistenza la nostra fattiva collaborazione! Nulla noi possiamo senza di lui, ma anche Lui, senza il nostro “eccomi” convinto, rimane inoperoso.
La nostra salvezza si è inaugurata con due “eccomi”, due “sì” detti a Dio: quello di Gesù al Padre e quello di Maria all’angelo dell’annunciazione; “i due sì” hanno annullato i no di Adamo ed Eva e hanno riavvicinato Dio all’uomo e l’uomo a Dio. I nostri “eccomi” allo Spirito: ordinari, semplici, quotidiani, talora anche nascosti, siano la necessaria collaborazione alla manutenzione ordinaria della Chiesa fatta di pietre vive!
Siamo chiamati ancora oggi a essere lievito, nella Chiesa e nella società; siamo chiamati a educare ripartendo convintamente dalla famiglia e dalle sfide poste dalle nuove generazioni; siamo chiamati a evangelizzare riassaporando il gusto e la bellezza delle parole di Gesù perché siano forza, speranza, luce; siamo chiamati al coraggio della testimonianza, per restituire credibilità alla Chiesa e per passare il testimone della fede alle nuove generazioni, allo stesso modo con cui noi lo abbiamo ereditato da coloro che prima di noi hanno creduto. La bellezza e la ricchezza della fede si tramandano soprattutto con l’esempio!
Voglio comunicarvi che stiamo lavorando insieme alla “Ream” e al suo presidente Giovanni Quaglia perché il vecchio palazzo “Gianotti”, sia trasformato in appartamenti per famiglie anche per quelle segnate dalle nuove povertà: mamme e figli abbondonati, padri che non riescono ad arrivare a fine mese.
Già nel mese di gennaio con l’Istituto Sostentamento Clero e la Caritas diocesana, con il Comune di Saluzzo ci attiveremo per alloggi di emergenza abitativa, perché anche qui non avvenga ciò che hanno vissuto Giuseppe e Maria: “Non c’era nessun posto per loro”.
Al Dio che si fa uomo per noi, consegniamo, pieni di gratitudine, questo tempio restaurato, riportato al suo originario splendore; consegniamo le nostre vite e venga il Signore, venga, ancora e sempre, ad abitare tra noi!
Mi rivolgo a te Madre sede della Sapienza, in questo giorno solenne consacro tutti i nostri giovani e ragazzi al tuo cuore, perché tu li protegga da ogni male e siano capaci di cercare il senso della vita nel tuo figlio Gesù, l’Emmanuele: il Dio con noi”.
Articolo di Targatocn di Lunedì 20 dicembre 2021