Rallentare per poi… gustare  Non ci piace attendere.

Nell’epoca digitale, poi, ci sembra un insostenibile spreco di tempo. Eppure, basterebbe poco per tornare ad amare l’attesa. Poverissima è, infatti, la nostra vita quando non siamo più attesi, speciali per nessuno. Ancor più vuoto il tempo se non impariamo ad attendere il momento giusto per le cose. In un certo senso, la felicità e la speranza sono un giusto rapporto con l’attesa. La vita di Gesù si può rileggere anche così: l’atteso che sa attendere. Preparata da secoli dai profeti, la sua venuta non si consuma in pochi giorni. Viene al mondo, non come una apparizione folgorante, ma come un bimbo in disparte. Per gran parte della sua pur breve vita, aspetta il momento opportuno. A Nazareth, cioè: nel nulla. Ma vi attende sereno: lo si capisce dal modo fertile con cui ne esce da adulto. L’atteso sa attendere. E tu? Chi ti attende in questo tempo? E tu sai attendere? La liturgia di queste settimane Viene il tempo bello dell’Avvento. Settimane senza grossi concetti, ma con un ritmo che rallenta. Sulla tastiera, la mano sinistra suona i bassi del profeta Isaia, colui che vide da lontano. La destra gli alti di Gesù. Si parte a ritroso dalla contemplazione degli ultimi tempi, del ritorno finale del Signore: siamo attesi dall’Amore dopo la morte. Poi si risale al momento in cui Gesù adulto atteso è riconosciuto ed indicato da Giovanni Battista, per poi saltare ancora indietro ai tanti personaggi che Dio mette in moto per generare il suo amato Figlio. Il rito cristiano, cioè, fa alzare lo sguardo, rallentare e poi rimette in cammino insieme. Appunti imprecisi per un Natale diverso In questo long-Covid, sarebbe bello lasciarsi ispirare dalla fiduciosa leggerezza dalla liturgia per non sprecare il prezioso Natale 2021. Oso sfidare il lettore con alcuni insoliti esercizi di spiritualità d’Avvento. 1) Il valore delle parole buone. Fa’ una lista dei regali, ma quest’anno, prima di cercare i doni, scrivi i bigliettini ai destinatari. Narra, benedici: sapranno d’esser speciali, attesi. 2) Un calendario d’avvento lento. Ogni giorno segna sul calendario un’azione che scegli di fare in modo rallentato, attento: guidare senza fretta, passeggiare senza cellulare, ascoltare senza giudizio alcuno, mangiare gustando, leggere notando le sfumature. Continua tu. 3) Sorella della speranza. Non è andato tutto bene e non ne siamo usciti migliori: perché in questo tempo non scegliere risolutamente la virtù della pazienza? Chiedila in dono ogni mattina in preghiera, gioisci quando la noti in te e negli altri. La pazienza è il frutto dell’attesa. 4) Un tesoro in cielo. Un genitore ti è grato se fai del bene ad uno dei suoi figli. Dio Padre saprà vedere le elemosine quotidiane e nascoste fatte a chi non se lo aspetta. Questa volta senza biglietto: dona un pasto, un complimento, una gentilezza. La nostra tavola natalizia si prolungherà in quella del Padre. Dobbiamo attendere, perché siamo attesi. “Rialzati, per te Dio si è fatto uomo” (S. Agostino). Lo stile della sua prima venuta ci dà serenità nell’attendere il suo ritorno. Egli è vicino. Buon Avvento lento.

Don Marco Gallo