L’attività della Caritas in questo ultimo difficile anno .
“Una piccola matita nelle mani di Dio”: così si definiva Santa Madre Teresa di Calcutta, esempio di quella carità che, sia il latino che il greco antico, definiscono un grande amore disinteressato e fraterno verso il prossimo. Lo stesso che anima l’azione della Caritas diocesana che in quest’ultimo anno ha continuato a tracciare testimonianze di carità nella comunità, in forme rapidamente adattata ai bisogni definiti dal Covid.
Nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, infatti, la vicinanza al prossimo non è venuta meno. Attraverso nuovi servizi e iniziative, operatori e volontari della Caritas hanno continuato a portare avanti il loro aiuto a quanti, anche a causa del virus, hanno conosciuto povertà
ed emarginazione.
Raccontare quest’ultimo anno di attività della Caritas significa soprattutto concentrarsi sulle sfide poste dal Covid che hanno richiesto
risposte innovative e nuove energie. Non a caso si intitola “Ripartire Insieme” il progetto sviluppato dalla
Delegazione delle Caritas di Piemonte e Valle d’Aosta, che la Diocesi ha attivato proprio per intervenire con rapidità e concretezza rispetto al
moltiplicarsi di situazioni di disagio generate dalla pandemia. Grazie ai 300mila euro messi a disposizione dalla Fondazione Cassa
di Risparmio di Asti (di cui 25mila assegnati alla Diocesi di Saluzzo), dall’estate 2020 la Caritas ha messo a disposizione circa 800 buoni
spesa. In particolare si è puntato sul sostegno ai piccoli negozi messi in crisi dal Covid (artigiani e imprese a conduzione famigliare) presso i
quali anziani e nuclei in difficoltà hanno potuto spendere i buoni erogati dai Centri di ascolto.
All’iniziativa hanno aderito esercizi di ogni tipo (abbigliamento, calzature, macellerie, cartolerie…) sia a Saluzzo sia nelle vicarie di Busca, Dronero, Barge, Valle Po che hanno partecipato a “Ripartire Insieme”. Ad essere apprezzati sono stati soprattutto i buoni per la cancelleria che hanno aiutato le famiglie alle prese con la ripartenza della scuola, ma anche i buoni per le parafarmacie (utili per i prodotti dedicati ai neonati e a persone con allergie e intolleranze) così come quelli per i parrucchieri: perché la dignità passa anche attraverso la cura di sé.
Creare un ponte di solidarietà all’interno della comunità è anche l’obiettivo di un altro nuovo progetto, proposto questa volta da Caritas Italiana.
Attraverso “Apri”, la Caritas di Saluzzo ha coinvolto una ventina di tutor volontari (singoli e famiglie) in un supporto di “buon vicinato” per nove
migranti già presenti da tempo sul territorio. C’è chi come Marisa di Verzuolo sta aiutando una giovane mamma ghanese a frequentare un
corso di italiano, chi come Giulia ha visto il suo coetaneo maliano D. prima trovare casa poi prendere la patente o chi come Enzo staseguendo la difficile ricerca di lavoro di K., ivoriano alle prese con una malattia invalidante scoperta grazie all’Ambulatorio medico per i braccianti stagionali della Caritas.
Aprirsi agli altri, aprire le comunità, ma anche aprire (o meglio, riaprire) le porte è stato un altro tassello di quanto vissuto dalla Caritas negli
ultimi mesi. Nel quarto anniversario dalla sua ordinazione, il Vescovo ha infatti fortemente voluto riaprire il dormitorio maschile e la mensa in corso
Piemonte 63, intitolate a mons. Diego Bona. Gestita grazie ai volontari della Comunità Cenacolo di suor Elvira Petrozzi e alla fraternità di San
Bernardino, con il francescano Andrea Nico Grossi arrivato da Parma, la “Casa di prima accoglienza” da marzo è tornata ad offrire 11 posti
letto per persone senza dimora del territorio e a riattivare la distribuzione dei pasti nel cortile (fino a 150 posti a pranzo e cena).
«La Caritas è la testimonianza concreta di una presenza reale al bisogno più semplice, ma più importante della persona umana – haricordato mons. Bodo all’inaugurazione di marzo -: dare un tetto, dare la possibilità delle cose più essenziali, della famigliarità, quel sorriso, quel pasto, quella stanza per riposare, per riprendersi, per ritrovare quella dignità che tante volte viene calpestata e non sappiamo neanche il perché».
Proprio per restituire la dignità attraverso l’accesso alle basi del benessere, la Caritas sta attivando, grazie ai fondi dell’8xmille e alla
donazione di attrezzature specifiche, un ambulatorio odontoiatrico in piazza Cesare Battisti a Saluzzo. In attesa di ricevere tutte le
autorizzazioni necessarie, i lavori strutturali sono ormai conclusi. Qui, di fianco al Santuario della Consolata, le persone indirizzate dal Centro
di ascolto o dall’Ambulatorio medico stagionali potranno trovare sollievo e prime cure contro il dolore grazie alla disponibilità di una serie di dentisti volontari che si alterneranno nel nuovo Ambulatorio. Un altro modo per dare pieno compimento a quel diritto alla salute al quale troppo spesso le persone si trovano costrette a rinunciare per via delle ristrettezze economiche che non permettono di accedere agli ambulatori privati.
Dignità, centralità dell’ascolto e della persona rimangono i pilastri dell’azione della Caritas diocesana che anche nel periodo pandemico, grazie ai suoi operatori, ai volontari che donano tempo e talenti e al sostegno di tanti benefattori, si è fatta ancora una volta strumento di Dio e della sua Chiesa per alleviare la sofferenza del prossimo.