L’attenzione alla persona è attenzione al lavoro …

Post Covid-19: una sfida complicata, ma apertura di un nuovo terreno

La V domenica di Pasqua (2 maggio) raccolta straordinaria nelle parrocchie per aiutare chi è in difficoltà

La crisi sanitaria dovuta allo scoppio della pandemia ha riportato alla luce molte incongruenze e ritardi del sistema Italia sul fronte del lavoro e dell’impresa: smart working, digitalizzazione, produttività, divario Nord-Sud e non solo. Quella posta dal Covid-19 è sicuramente una sfida complicata, ma costituisce anche l’apertura di un nuovo terreno per imprese e lavoratori.

Il lavoro dev’essere visto anzitutto in rapporto alla persona, al suo sviluppo integrale, ai suoi bisogni economici, alle sue esigenze familiari, in un clima sociale di rispetto e di fraternità che coinvolga tutte le voci, di coloro che prendono parte attiva del nostro paese.

La disoccupazione, prodotto endemico della nostra società, con la percentuale altissima che cambia in ogni stagione, esige una completa modifica del modo di pensare l’economia nel nostro tempo. Senza lavoro, l’uomo non è se stesso, non si realizza, tocca la punta massima della sua prostrazione, soprattutto quando ha una famiglia e deve provvedere abitualmente al suo sostentamento.

Cristo ha conferito al lavoro una elevatissima dignità, lavorando con le proprie mani a Nazaret. Di qui discendono, per ciascun uomo, il dovere di lavorare fedelmente, come pure il diritto al lavoro.

Molti esperti affermano che il lavoro del futuro cambierà il suo aspetto, il suo valore e la sua qualità. I lavoratori autonomi e i freelance di ogni settore sono destinati ad aumentare e ad avere un peso diverso all’interno delle stesse aziende.

Se il mercato del lavoro come lo abbiamo sempre conosciuto ha prodotto lavoratori dipendenti protetti e chi, invece, soffre della mancanza o della debolezza di protezione, è fondamentale che in futuro aspetti come la previdenza sociale o l’accesso alla copertura di infortuni, per esempio, non vengano lasciati esclusivamente al rapporto di lavoro.

Quanto alle imprese e ai settori che subiranno maggiori stravolgimenti, economici e la stessa Unione Europea con il Recovery Fund, sembrano convergere verso un’Europa e un’Italia sempre più verde e sempre più digitale, in cui le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale e servizi a portata di smartphone dovrebbero portarci verso un mondo con maggiori opportunità per imprese e lavoratori.

Il lavoro va considerato come un diritto primordiale per tutti gli uomini, un punto di riferimento dell’intero impegno politico della società, la meta di arrivo di una ordinaria politica sociale.

Il passato ci ricorda che immediatamente dopo la guerra, vi era un desiderio di creare un futuro migliore, pieno di speranza che ha saputo valorizzare la “persona”, come risorsa per il bene della famiglia nel nostro paese.

Una grande sfida, ma anche una grande opportunità in un momento di cambiamenti epocali.

La speranza, come Vescovo, è quella di poter offrire a breve, un ritorno all’impegno lavorativo, nuove possibilità di impiego utilizzando nuove modalità che sappiano dare dignità e sicurezza all’uomo di oggi.

Per sostenervi in questo difficile momento, insieme alla Caritas diocesana, abbiamo pensato di invitare tutte le comunità parrocchiali della nostra diocesi di Saluzzo, a compiere nella quinta domenica di Pasqua, una raccolta straordinaria per potervi dare almeno una goccia in questo momento così difficile. Soprattutto rivolto a chi ha perso il lavoro e non ha avuto nessun sostentamento o ha dovuto chiudere il proprio esercizio o la propria impresa. Potrete rivolgervi dopo il 6 maggio p.v. al Centro di Ascolto di Saluzzo, per presentare la vostra situazione lavorativa.

Vi sono vicino con la preghiera, forza!

Vostro Cristiano, Vescovo