“Vite intrecciate” è lo slogan scelto dall’Ufficio Missionario Nazionale per celebrare il prossimo 24 marzo la Giornata dei Missionari Martiri, nel giorno in cui 41 anni fa veniva ucciso il santo Vescovo Oscar Romero.
“Vite intrecciate” in continuità con il tema “Tessitori di fraternità” dell’Ottobre Missionario. Cioè persone che in risposta alla chiamata di Dio hanno accettato di “intrecciare” le loro vite innanzitutto con quella di Cristo, e poi con quei popoli – culture –comunità che si erano impegnati a servire, in modo semplice e nascosto, ma anche estremamente generoso e coraggioso, in situazioni e ambienti difficili, e per questo hanno pagato con il dono della vita.
Sono venti gli operatori pastorali uccisi nel corso dell’anno 2020, il cui elenco è stato diffuso dall’Agenzia missionaria Fides il 31 dicembre scorso: otto sacerdoti, un religioso, tre religiose, due seminaristi e sei laici; cinque sacerdoti e tre laici uccisi in America; un sacerdote, tre religiose, un seminarista, due laici in Africa; in Asia un sacerdote, un seminarista e un laico; in Europa (nella nostra Italia) un sacerdote e un religioso.
Cliccando sull’immagine si aprirà il video dei missionari morti ne 2020
Tra questi, per citare alcuni esempi c’è Rufinus Tigaua, 28 anni un giovane catechista della diocesi di Timika (Papua), freddato dai militari mentre cercava di fare una mediazione di pace. Ci sono don Roberto Malgesini di Como, e fra Leonardo Grasso di Riposto (Catania): sacerdoti impegnati al servizio dei più poveri e dei giovani. C’è suor Henrietta Alokha, preside del Bethlehem Girls College a Lagos (Nigeria), morta il 15 marzo dello scorso anno per un incendio divampato nella sua scuola. Ha aiutato le studentesse a mettersi in salvo, ma alla fine è stata avvolta dalle fiamme e travolta dal crollo dell’edificio.
Per la locandina preparata dall’Ufficio nazionale è stato scelto il volto di padre Pierluigi Maccalli, di Cremona, missionario della Società Missioni Africane, sequestrato il 17 settembre 2018 e liberato due anni dopo in Mali. Alla domanda rivolta a padre Luigi: “Perché i missionari non fanno le valigie per allontanarsi dal pericolo quando il contesto diventa insidioso?”, questi ha risposto: “I testimoni non contemplano tra le opzioni a disposizione la via di fuga. Abbracciano la vita dei popoli che incontrano senza alcuno sconto”.
Scrive Giovanni Rocca, segretario nazionale di Missio Giovani, che da anni organizza questa giornata di memoria: “I missionari martiri sono il faro che spinge le comunità cristiane a rivolgere lo sguardo verso gli insegnamenti di Gesù di Nazareth, la cui vita non ha conosciuto mezze misure… duemila anni fa come oggi la sequela del Maestro rimane un fatto di coerenza. Abbracciare la fede in Dio, lasciarsi guidare da essa, e fare della fraternità il senso stesso della vita.”
Anche quest’anno non potremo a causa della pandemia coronavirus celebrare a livello diocesano la consueta Veglia accompagnata dalla Cena di digiuno. Invitiamo comunque ogni parrocchia, comunità, gruppo a scegliere le modalità possibili per celebrare questa “memoria”, senza dimenticare l’aiuto ai nostri missionari: digiuno, preghiera, condivisione a favore di chi lavora oggi per gli ultimi è forse il modo migliore per ricordare chi ha pagato con la vita la scelta missionaria in mezzo ai più poveri.
Per il Centro Missionario Diocesano
Don Andrea Borello
C
Missionari uccisi nel 2020
- Jozef (Jef) Hollanders (Oblati, Sudafrica); Augustine Avertse (laico, Nigeria); Michael Nnadi (seminarista, Nigeria); Philippe Yarga (catechista, Burkina Faso); suor Henrietta Alokha (Lagos); suor Lydie Oyanem Nzoughe (Gabon); don Oscar Juarez (Argentina); p. Ricardo Antonio Cortèz (El Salvador); don Nomer de Lumen (Filippine); don Roberto Malgesini (Como, Italia); Lilliam Yunielka e Blanca Marlene Gonzalez (sorelline, Nicaragua); Bryan Josè Coronado Zeledon (Nicaragua); don Adriano da Silva Barros (Brasile); p. Josè Manuel de Jesus Ferreira (Venezuela); Rufinus Tigau (catechista, Indonesia); don Jorge Vaudagna (Argentina); suor Matilda Mulengachonzi (Zambia); fra Leonardo Grasso (Riposto, Italia); Zhage Sil (seminarista, Indonesia).