
Con apposito decreto a firma del Vescovo mons. Cristiano Bodo e del cancelliere vescovile don Ezio Marsengo, datato 12 ottobre 2020, il prof. Carlo Rubiolo è stato nominato nuovo direttore della Caritas della diocesi di Saluzzo.
Sostituisce don Beppe Dalmasso, attuale Vicario generale e neo parroco di Sant’Agostino in Saluzzo, il quale reggeva le sorti della Caritas saluzzese dal 2009.
«Visto che Carlo da anni collabora ed ha una formazione chiara e precisa della Caritas, ho pensato di nominarlo direttore proprio in quest’ottica, dimostrando la fondamentale necessità della presenza del laicato anche nel servizio ai più bisognosi e a coloro che chiedono aiuto. Inoltre, da qualche settimana, all’interno della Caritas è arrivato padre Andrea Nico Grossi dei Frati Minori, che collabora nei servizi» sottolinea il Vescovo mons. Cristiano Bodo.
Don Beppe Dalmasso, direttore uscente della Caritas negli ultimi 12 anni, passa dunque il testimone al successore.
«Dal suo arrivo come volontario ha vissuto e condiviso con me il cammino della Caritas e le particolari sfide del territorio saluzzese. Le migrazioni degli ultimi dieci anni ci hanno messo alla prova, in quanto non eravamo preparati ad accogliere e sostenere queste persone, ma attraverso la generosità di Carlo e tanti altri volontari, siamo riusciti ad essere un piccolo segno di accoglienza e di carità. Ringrazio Carlo, di cuore, per questa disponibilità e gli auguro di portare avanti il mandato con forza di spirito. Mi auguro che tutti i volontari possano continuare a lavorare con lui così come hanno fatto con me» evidenzia il neo parroco di Sant’Agostino.
Carlo Rubiolo è nato a Scarnafigi, ha 72 anni ed una laurea in filosofia. Ex insegnante, è stato impegnato nel sindacato scuola e nei consigli comunali di Scarnafigi e Saluzzo.
Da quanto tempo opera in Caritas e con quali mansioni?
«Sono in Caritas come volontario dalla fine del 2009, prima come aiuto cuoco alla Casa di accoglienza, poi come operatore del Centro di ascolto diocesano, poi come coordinatore del Centro stesso, infine come vicedirettore e contemporaneamente come tappabuchi dei vari servizi».
Come ha accolto la proposta di nomina da parte del Vescovo?
«C’è la riconoscenza che devo a monsignor Bodo per avermi accordato stima e fiducia, ma c’è anche la preoccupazione di dover affrontare responsabilità maggiori e di dover trovare altro tempo per i nuovi impegni. E poi c’è la coscienza ben chiara della mia inadeguatezza a sostituire don Beppe Dalmasso, che con la profondità della sua ispirazione religiosa, lo spirito di carità, la capacità di aggregazione e il carisma personale rimarrà un modello inarrivabile».
Cosa significa per la Caritas tornare ad essere diretta da un laico?
«Credo che questa scelta sia ispirata all’orientamento ormai consolidato nella Chiesa ad affidare ai laici ruoli di sempre maggiore rilievo in ambito parrocchiale e diocesano, orientamento di cui è espressione significativa la Istruzione della Congregazione del Clero del 20 luglio 2020 e che viene ribadito anche nella recente enciclica “Fratelli tutti”» sottolinea Carlo Rubiolo.